Onorevoli Colleghi! - Le isole minori sono una specificità del nostro Paese e ne caratterizzano l'identità storica, culturale, sociale e amministrativa; tuttavia sussistono ancora forti elementi di discriminazione, sul piano sostanziale, nei confronti della condizione delle comunità delle isole minori rispetto a quella delle isole maggiori e del continente che, se non rimossi, mortificano le enormi potenzialità di tali realtà.
      Le criticità che si propongono con maggiore frequenza sono ben note: i trasporti, l'approvvigionamento idrico, l'assistenza sanitaria, l'istruzione, un contesto economico precario o squilibrato, le condizioni abitative, lo smaltimento dei rifiuti.
      Se, dunque, si vuole arrestare un processo di progressiva erosione delle comunità isolane, e la trasformazione delle isole in artificiali borghi turistici abitati solo nei mesi estivi, se si vuole impedire la dispersione di quanto resta di antiche tradizioni attraverso un processo migratorio stri-sciante, ma non per questo meno forzoso e ingiusto, occorre attrezzare l'intervento pubblico dello Stato, delle regioni, degli enti locali, con strumenti qualitativamente e quantitativamente adeguati e incentivare l'intervento privato per le stesse finalità.
      La presente proposta di legge intende approntare una soluzione organica rispetto a tali esigenze.
      La proposta, in primo luogo, afferma il dovere della Repubblica di operare al fine di rimuovere gli ostacoli, connessi all'insularità, che creano una condizione svantaggiata per le comunità locali.
      In relazione a tale dovere si definiscono i compiti spettanti alle regioni e agli enti locali.

 

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      Si viene così a sancire una sorta di «Carta» dei diritti delle comunità isolane.
      In secondo luogo, la presente proposta di legge stabilisce che l'intervento pubblico occorrente per il conseguimento degli obiettivi di sviluppo economico e sociale delle isole minori debba essere attuato in base a programmi annuali formulati in sede di Conferenza unificata Stato-regioni e autonomie locali, garantendo così il concorso di regioni ed enti locali, e tenendo conto delle esigenze di salvaguardia del patrimonio culturale, ambientale e archeologico.
      Si intende, così, correggere la più grave delle deficienze che hanno caratterizzato fin qui l'intervento pubblico, e cioè quella derivante dal suo carattere frammentario, settoriale ed episodico e valorizzare, invece, l'autonomia delle regioni e degli enti locali. Il programma degli interventi non viene infatti «paracadutato dall'alto», ma è il risultato dell'elaborazione delle scelte delle comunità locali.
      La realizzazione dei programmi dovrebbe essere finanziata sia con le risorse che le regioni autonomamente intendono destinare al settore, sia con le disponibilità di un apposito Fondo per il finanziamento per gli interventi nelle isole minori, al quale è attribuita una dotazione di 150 milioni di euro a decorrere dall'anno 2007.
      Per la ripartizione del Fondo tra le regioni (le quali a loro volta dovranno distribuire le disponibilità tra gli enti locali in base ai programmi) si fa riferimento ad alcuni criteri obiettivi: il reddito e il numero degli abitanti, la superficie delle isole, la loro distanza dalla terraferma.
      In definitiva, è certamente opportuno prevedere un intervento dello Stato nonché delle regioni e degli enti locali tendente alla tutela delle specificità culturali, ambientali e sociali mediante apposite
iniziative prioritariamente volte a garantire diritti e servizi fondamentali alle comunità isolane, quali:

          a) l'approvvigionamento idrico ed energetico, allo scopo prevedendo l'impiego anche di energie rinnovabili;

          b) lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, allo scopo utilizzando anche apposite navi con impianti per il relativo trattamento e riciclaggio;

          c) la realizzazione o l'adeguamento degli impianti e delle attrezzature di porti, aeroporti ed eliporti;

          d) il potenziamento dei servizi di collegamento tra le isole minori e la terra- ferma o le isole maggiori, anche con la concessione di contributi a compagnie di navigazione che istituiscano nuovi collegamenti;

          e) il recupero e il potenziamento del patrimonio abitativo nel rispetto delle diverse tipologie;

          f) la salvaguardia e la valorizzazione dell'ambiente e delle risorse naturali, del paesaggio e dei beni culturali in coerenza con le peculiarità degli habitat insulari nonché per la tutela complessiva della specificità culturale;

          g) la tutela della salute, anche mediante l'attivazione di presìdi ospedalieri e sanitari;

          h) la salvaguardia del diritto allo studio, anche mediante l'attivazione di strutture e servizi scolastici;

          i) lo sviluppo dell'artigianato, delle colture, della pesca, anche attraverso l'istituzione di uffici per attività formative, l'attuazione di corsi di formazione professionale e la concessione di incentivi all'occupazione.

 

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